Lo scorso mese di settembre si è svolto, presso il Venezia Terminal Passeggeri, un incontro dedicato a: “La responsabilità sociale d’impresa. Il caso del Porto di Venezia .Dall’attenzione al territorio all’adozione di un codice etico”. Al convegno ha partecipato la vice presidente di Veneto Responsabile Silvia Zanotto.
Dopo il saluto di Paolo Costa, Presidente Autorità Portuale di Venezia, di Mario Dalla Tor, Vice Presidente della Provincia di Venezia e di Sandro Simionato, assessore alle politiche sociali e al lavoro del Comune di Venezia, la moderatrice Rossana Revello, imprenditrice, Commissione Cultura di Confindustria ha aperto il dibattito al quale hanno partecipato Fabio Longoni, Delegato Patriarcale per l’azione sociale, Francesco Dotta, Capo di Gabinetto del Presidente della Regione del Veneto, Roberto Crosta, Segretario Generale Camera di Commercio di Venezia, Franco Sensini, Segretario Generale Autorità Portuale di Venezia, Dino Pistolato, Direttore Caritas Diocesana di Venezia,Alessandro Gentile Vice Direttore PIR – Petrolifera Italo Rumena e Ugo Campaner Presidente di APV Investimenti.
“L’etica non è etichetta, né certificazione. E’ condivisione con gli stakeholder (tutti) della vision e della mission. L’Ente Porto-ha detto Sensini- ha l’arduo compito di regolamentare una area molto complessa e condividere con gli stakeholder i propri principi”; Crosta ha evidenziato il compito delle Camere di commercio che è quello di collaborare con le associazioni per valorizzare il territorio inteso come interessenza di valori tra pubblico e privato, tramite scambio/condivisione di buone pratiche in cui la RSI diventa anche un fattore di competitività; Gentile ha sottolineato come nella sua azienda l’etica sia pratica e non “predica” e il Codice Etico un modello organizzativo da seguire che porta risultati se l’etica viene vissuta come formazione continua; Dotta ha focalizzato il suo intervento sulla relazione tra enti pubblici e impresa ribadendo la necessità di fare rete e ricordando che in Veneto attualmente esistono 44 tavoli di concertazione; Longoni ha messo in risalto come quella dell’etica non debba essere una questione di etichetta bensì storia di persone, sistema che educa le coscienze, qualcosa che parte dall’interno, che è radicato perché è un fatto di cultura, mentre Pistolato ha evidenziato come gli stakeholder del porto sono molti: le differenti etnie che convivono a bordo di una nave sia come personale viaggiante che come viaggiatori, gli abitanti dell’hinterland (il porto solitamente disturba la città in cui esiste che a sua volta spesso lo disconosce), i lavoranti a terra. Gli stakeholder del porto rappresentano un microcosmo e il valore comune è dato dalla persona umana; Campaner in chiusura ha detto che concretamente la CSR si deve tradurre in formazione vista come investimento e non come costo in quanto è la formazione che fa alzare lo sguardo; un bilancio tra ascoltare e dialogare in quanto è l’intelligenza che mette in moto le competenze”.